28. Novembre 2019
Non c’è resilienza climatica senza giustizia nel commercio
Gli incendi della Foresta Amazzonica e le manifestazioni nelle piazze di tutto il mondo scatenate dal degrado ambientale, insieme agli scioperi mondiali dei Fridays for Future, hanno portato alla luce l’emergenza della crisi climatica di fronte alla 25esima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), COP25.
Al centro della crisi, i piccoli agricoltori si trovano a combattere sempre di più con le siccità, le inondazioni e gli imprevedibili cambiamenti del clima che causano un abbandono dei campi.Gli impatti ambientali, economici e sociali del cambiamento climatico colpiscono in particolare coloro che meno hanno contribuito al cambiamento climatico: i piccoli agricoltori e la popolazione rurale del Sud del mondo.
Un’azione urgente, concreta e ambiziosa è ora necessaria per rimediare ai rischi della sicurezza alimentare che minacciano il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDG).
Il movimento globale del Commercio Equo e Solidale sollecita le Parti della UNFCCC a riconoscere politiche e pratiche commerciali eque in quanto importanti componenti delle strategie di mitigazione e adattamento climatici. E’ urgente investire nella fondamentale transizione sociale e agroecologica dei nostri modelli di produzione e consumo modificando gli scambi commerciali nell’ottica di una nuova economia basata sulla giustizia economica e sociale.
Qui troverete ulteriori informazioni e le nostre richieste.